Anche lui, come Alberto ‘’Toro’’ Rinaldi, ospite nel primo appuntamento della nostra nuova rubrica non ha bisogno di presentazioni. Riccardo ‘’Ricky’’ Matteucci è una vera e propria leggenda della Fortitudo baseball. In 24 anni con la casacca bianco blu, Ricky, ha collezionato oltre 1000 presente con la Fortitudo mettendo a segno 1299 valide con 817 punti battuti a casa ed una media battuta, in carriera, di .334. Complessivamente, con la divisa dell'Aquila, ha vinto 3 Scudetti, 2 Coppe Italia ed 1 Coppa Campioni. 

Appeso il guanto al chiodo, però, non ha smesso di trasmettere la sua passione ed amore per il gioco diventando allenatore ed aiutando la Fortitudo Bologna White Sox a vincere il titolo italiano 2021 dopo ben 17 anni dall’ultima volta.

Inevitabile, quindi, la sua intervista nella rubrica “La nostra Storia”, nuovo appuntamento che racconta delle grandi figure che hanno fatto la storia della Fortitudo Baseball. 

Ad inizio ottobre hai vinto, come coach, il titolo italiano del baseball per ciechi con la Fortitudo Bologna White Sox. Come è stato riportare il tricolore a Bologna dopo 17 anni? Come è nata questa tua voglia di rimetterti in gioco in un contesto nuovo ma dal grande fascino sia sotto l’aspetto tecnico che sotto quello sociale?

Vincere lo Scudetto con i ragazzi è stato meraviglioso, soprattutto per loro. Ci voleva questa vittoria, attesa 17 anni, tanto tempo considerando che siamo la squadra di Bologna dove è nato il baseball per ciechi, grazie ad Alfredo Meli e Umberto Calzolari, due persone che hanno contribuito tantissimo alla mia crescita dentro e fuori dal campo. Mi ricordo quando Alfredo mi invitò la prima volta a premiare chi aveva vinto il torneo. Conoscendomi bene mi chiamò anche a vedere un allenamento. Andai a vederlo e da lì non mi sono più fermato. 

In carriera hai disputato 1020 partite con la casacca della Fortitudo realizzando 1299 valide ed entrando, di diritto, nella storia della società bolognese e nei cuori dei tifosi. Come è stata la festa, nel 2003, in tuo onore al raggiungimento della partita n.1000 con la Fortitudo? 

Posso dire davvero che la Fortitudo per me è una famiglia. Credo che quella Festa e il ritiro della maglia siano state le due cose più emozionanti delle esperienze passate allo Stadio Gianni Falchi. Anche le vittorie delle diverse competizioni, compresi gli Scudetti del 1978, in cui non ero tra i protagonisti ma fu molto sentito essendo la prima volta, del 1984 e del 2003, sono state molto belle ma quelle due occasioni sono per me indimenticabili. Ho davvero sentito l'affetto e la stima della società nei miei confronti. Ricordo che al ritiro della maglia partecipò anche l'allora Presidente Federale Fraccari che mi diede la Medaglia d'Argento della FIBS. Momenti magici.  

Hai avuto la possibilità di giocare con atleti che hanno fatto la storia del baseball italiano; con quali compagni di squadra hai legato maggiormente e quali, invece, ti hanno aiutato maggiormente nella tua crescita sportiva?

Posso dirti che quando ho iniziato sono entrato in una squadra con grandi campioni come come Toro Rinaldi, Meli, Calzolari, Lercker. Questo fatto mi ha aiutato tantissimo, perché ero molto giovane e inesperto. Loro da fenomeni dentro e fuori dal campo mi hanno fatto crescere. Poi successivamente con la generazione della mia età abbiamo vissuto dei grandi momenti. Ricordo le partite e i successi con Radaelli, Bianchi, Landuzzi, Messori, Poma e tutti gli altri. Ancora oggi sono in contatto con loro e con alcuni dei ragazzi che vivono negli USA come Talarico, Landucci e Zunino.

Ogni tanto capita di vederti al Falchi, segui ancora l’UnipolSai Fortitudo Baseball? 

Vengo sempre molto volentieri a tifare per Lele e compagni. Purtroppo quest'anno la stagione è stata avara di risultati, ma sono certo che il 2022 ci porterà grandi soddisfazioni perché la squadra è competitiva. Nel frattempo sono contento di aver contributo, seppure come coach, a portare un titolo in casa Fortitudo con i White Sox.  

Manda un saluto a tutti i tifosi della squadra.

Sono per me fantastici e, tutto l'affetto che mi hanno dato, è ricambiato da parte mia al 100% per cento. È sempre bellissimo passare al campo e interagire con loro, sia per una chiacchierata che per un semplice saluto. 

di Mirco Monda 

Le foto sono di Renato Ferrini.

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