Non ha praticamente bisogno di presentazione. Quando si parla di Alberto ‘’Toro’’ Rinaldi si può, infatti, associargli l'etichetta di leggenda della Fortitudo Baseball. Rinaldi è stato il primo giocatore italiano a partecipare a un campionato americano di baseball ed è stata una colonna portante, prima da giocatore poi da allenatore, della nostra società. Inevitabile, quindi, incominciare con lui la rubrica “La nostra Storia”, nuovo appuntamento che racconta delle grandi figure che hanno fatto la storia della Fortitudo Baseball. 

Partiamo subito con l’attualità: stai seguendo le fasi finali della Major League? Chi vedi favorita per la vittoria finale?

Non seguo molto le partite della Major ma mi sono fatto un’idea. In partenza avrei detto Tampa, anche perché giocavo proprio in Florida nella mia esperienza statunitense ma mi piacevano molto anche i San Francisco Giants. Ora penso che le più papabili possano essere Houston e Atlanta con i Braves che hanno un ottimo parco i lanciatori. Attenzione a Boston che ha una grande esperienza per queste partite. 

A proposito degli USA, sei stato il primo atleta italiano a giocare in una competizione di baseball americana. Cosa ti ricordi di quel 1965 quando hai indossato la divisa della franchigia dei Cincinnati Reds nella Florida State League? 

Ho ricordi bellissimi, allenamenti durissimi che a volte si svolgevano con i Reds di Pete Rose ecc. J. Bench giocava nella mia squadra e ho avuto l’occasione di conoscere, in campo, M. Mantle, Roger Maris e tanti altri durante un servizio televisivo in una partita tra Reds e Yankees. Avrei da dirti molte cose, è stata una esperienza unica dove ho capito tante cose. Due su tutte sono l’importanza dei fondamentali ed il fare parte di una squadra. 

Dopo sei tornato in Italia e dal 1969 sei diventato a tutti gli effetti un giocatore della Fortitudo Baseball, diventandone una leggenda. Come ti senti ad essere ricordato in questo modo?

‘Mi fa molto piacere, nella Fortitudo ho giocato con grandi giocatori e la nostra forza era la squadra. Grande società e vincente come si è visto in questi anni. Devo ammettere che dopo tanto tempo mi stupisco ancora di come sia ricordato con tanto affetto. 

In carriera, sia da giocatore che poi da allenatore, hai vinto con la Fortitudo la bellezza di 5 scudetti, 1 Coppa Italia e 2 Coppe dei Campioni. Quale è il tuo ricordo più bello?

Il ricordo più bello è lo scudetto vinto a Parma nel 1978. Ti assicuro che vincere in quel momento del baseball, dove le squadre erano molto competitive, era davvero dura. È stata una grandissima soddisfazione.

Sei ancora in contatto con i tuoi compagni di squadra o con qualche giocatore che hai allenato?  

Sono ancora in contatto sia con ex compagni di squadra come: Blanda, Luciani, Landucci, Rocky Shone, Lerker, Malaguti, Baldi, Ghedini e tanti altri. Che con giocatori che ho allenato come Messori, Russo, Collina, Matteucci ecc. Sento anche qualche ‘’avversario’’ come i giocatori del Nettuno: Monaco, Costantini, Laurenzi, Morville, Bernicchia, Bagialemani ed anche del Rimini.

Attualmente segui il baseball felsineo?

Al momento sono solo un tifoso di una grande società e una grande squadra che ha vinto tanto come la Fortitudo Baseball. Mi sento ogni tanto con il presidente Bissa e Frignani. Hanno fatto un gran lavoro.

Segui ancora l’UnipolSai Fortitudo Baseball? 

Si, vado al Falchi quando posso. Il baseball è stata la mia vita fin da quando ero un bambino. La squadra è forte e sempre molto competitiva.

Manda un saluto a tutti i tifosi della squadra.

Molto volentieri, mando un grande saluto a tutti i tifosi della Fortitudo Baseball, state vicini alla squadra, sempre forte e competitiva con una grande società. Forza Fortitudo Forever.

di Mirco Monda

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